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La Via Lattea, Marte e la Terra viste dalla ISS
Tutta la meraviglia dell'Universo vicino racchiusa in un unico scatto, realizzato dall'uomo giusto al momento giusto: l'astronauta della Stazione Spaziale Reid Wiseman.
Lo scatto dell'astronauta Reid Wiseman, del 28 settembre scorso.
C'è una piccola, ma - per l'uomo - immensa porzione di Universo, in questa foto scattata qualche settimana fa dall'astronauta della ISS Reid Wiseman, che sta per terminare la sua missione in orbita.
UNA STRADA FATTA DI STELLE. C'è la maestosità della Via Lattea, vista in senso longitudinale, con il suo disco piatto lungo 100 mila anni luce e un nucleo più denso e luminoso di stelle che sembra sgorgare proprio dal centro della galassia. I filamenti più scuri che l'attraversano come filigrane sono scie di idrocarburi policiclici aromatici, composti organici legati alla formazione, e alla morte, delle stelle, che bloccano la luce formando strisce opache lunghe milioni di chilometri.
La Via Lattea come non l'hai mai vista
Molte volte, alzando lo sguardo in una notte limpida, abbiamo osservato la Via Lattea. Ma così nitida non l'abbiamo mai vista, neanche sul cucuzzolo di una montagna. Questo scatto da 9 gigapixel (nove miliardi di pixel), è stato realizzato da un team di astronomi dell'ESO's Paranal Observatory, nel Deserto di Atacama nel Cile settentrionale, utilizzando i rilevatori infrarossi ultrasensibili del telescopio VISTA.
Mettendovi a contarle non ne verreste più a capo: l'immagine comprende 84 milioni di stelle, un catalogo immenso che contiene una quantità di astri 10 volte superiore a quelle censite nei precedenti studi, nonché una vera miniera di informazioni. «Osservando nei dettagli le miriadi di stelle che circondano il centro della Via Lattea possiamo imparare molto sulla formazione e l'evoluzione non solo sulla nostra galassia ma anche sulle galassie a spirale in generale» ha commentato Roberto Saito della Pontificia Universidad Católica de Chile, principale autore dello studio.
Le osservazioni del centro della Via Lattea sono solitamente ostacolate da un denso strato di polveri stellari. Per osservarne il cuore è necessario quindi osservarla con la luce infrarossa, e il telescopio VISTA (Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy) con i suoi 4,1 metri di diametro è lo strumento ideale.
Realizzato da un consorzio di 18 università britanniche, VISTA è entrato in funzione nel 2009. Ciascuna delle immagini che realizza cattura una regione di cielo grande circa dieci volte l'area della Luna piena.
Quella realizzata da VISTA (qui un particolare ingrandito) è, dicono gli esperti, una delle più grandi immagini astronomiche mai ottenute finora. Se provassimo a stamparla con la risoluzione tipica di un libro, sarebbe lunga 9 metri e alta 7. Gli astronomi hanno usato i dati in essa contenuti per stilare il catalogo di stelle più completo mai realizzato fino ad ora.
Gli studiosi dell'ESO hanno stimato che l'immagine contenga circa 173 milioni di oggetti, 84 milioni dei quali sono certamente stelle. Gli altri elementi fotografati erano troppo pallidi o confusi con gli oggetti nei paraggi per consentire misurazioni precise. Altre figure visibili sono oggetti più estesi come galassie distanti.
Ormai è certo: la Via Lattea e la galassia di Andromeda sono in rotta di collisione. Anche le ultime osservazoni del telescopio spaziale Hubble confermano che le due galassie si stanno avvicinando l'una all'altra a una velocità impressionante e l'impatto è previsto tra circa 4 miliardi di anni.
Questa rappresentazione artistica, realizzata sulla base delle simulazioni sinora effettuate, raffigura il cielo visto dalla Terra in un futuro lontano, quando le parti centrali delle due galassie inizieranno a distruggersi a vicenda durante un gigantesco scontro, che porterà alla formazione di un'unica enorme galassia ellittica.
SECONDA STELLA A DESTRA. Tra le stelle più notevoli di questo squarcio di cielo troviamo Antares, visibile sotto forma di "puntino" rosso a destra rispetto al centro dell'immagine, nella costellazione dello Scorpione.
La si vede un po' sfocata per via della lunga esposizione dello scatto, una scelta voluta per mettere in risalto la luminosità della Via Lattea: la ISS percorre 8 chilometri al secondo nella sua orbita intorno alla Terra, e basta un attimo di esitazione per ottenere immagini leggermente distorte.
LA PROSSIMA META. Accanto ad Antares, più vicino alla Terra, un altro "puntino" rosso: è Marte, così lontano e così vicino nei sogni di chi spera, un giorno, di colonizzarlo. Appena più in basso, il sottile e luminoso bagliore dell'atmosfera terrestre, con un alone verde e rosso riconducibile all'airglow o luminescenza notturna, un'emissione luminosa dovuta all'eccitazione degli atomi di ossigeno ed azoto ionizzati dalla radiazione ultravioletta del Sole accumulata durante il giorno.
Sotto, il deserto del Sahara, e alcune componenti della Stazione Spaziale Internazionale: il nostro avamposto nello Spazio vicino, che ci permette di osservare la Terra da prospettive privilegiate come questa.
Il suo profilo Twitter indica con precisione la sua attuale posizione: l'orbita terrestre. Alexander Gerst, astronauta tedesco noto anche come @Astro_Alex, il 10 novembre terminerà la sua permanenza sulla ISS e farà ritorno a casa insieme ai compagni dell'Expedition 41. Negli ultimi 6 mesi ci ha regalato spettacolari ritratti del nostro pianeta fotografato dalla Cupola della ISS. Vi riproponiamo i più belli. Nella foto, Gerst durante una sua passeggiata spaziale, il 7 ottobre 2014.
"Quest'area dell'Africa sembrerebbe essere stata spianata da un gigantesco bulldozer, per centinaia di chilometri" ha scritto Gerst riferendosi con ogni probabilità alla Mauritania.
Gerst, geologo e vulcanologo di formazione, ha sfruttato questo background per descrivere al grande pubblico la bellezza del nostro pianeta. Qui, il Salar de Uyuni, un enorme deserto di sale che si estende nell'altopiano andino meridionale della Bolivia.
"Ogni tanto sembra che il nostro pianeta sia un'entità vivente" ha commentato Alex postando questa foto di aurora boreale. "Se così fosse, che cosa ci direbbe?".
Appezzamenti di terra regolarmente irrigati nel Midwest degli Stati Uniti.
Le rughe create dalle dune del Deserto del Sahara, in Nord Africa.
Di nuovo il Sahara, poco prima del tramonto.
Dal deserto all'acqua: quella che bagna l'Italia meridionale, qui in tutta la sua bellezza.
Quello che resta del Lago di Aral, in territorio uzbeco. Guarda come si è ristretto il bacino negli ultimi 50 anni.
Una distesa di nuvole in cui a chiunque - astronauti compresi - verrebbe voglia di tuffarsi.
Il corso del fiume Nilo è ben visibile anche di notte, grazie alle luci che si affollano per tutta la sua lunghezza.
La capsula Dragon sopra l'Africa, mentre si avvicina alla ISS dopo un viaggio di due giorni. La navicella è usata come cargo per i rifornimenti all'equipaggio e per il trasporto di materiale riservato agli esperimenti scientifici.
Il Grande Lago Salato dello Utah, 120 chilometri di lunghezza per 4.400 chilometri quadrati di superficie.
Inghilterra e Galles visti dall'alto.
I meandri e le curve disegnate dal fiume Volga, vicino alla città russa di Saratov.
Il super tifone Vongfong che ha colpito il Giappone in ottobre visibile nei suoi 80 chilometri di ampiezza.
Le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino dall'alto (in ordine di grandezza da sinistra a destra) insieme alla Sfinge.
Gli sbuffi dell'Etna, in Sicilia.
Laghi, picchi montuosi, neve e deserti: la varietà geologica del Cile si apprezza meglio dall'alto.
La piena di un tratto di Rio delle Amazzoni, con l'inondazione parziale di un tratto di territorio circostante.
Giacimenti di petrolio vicino a Midland, in Texas.
Le luci d'Europa brillano nella notte.
I segni della deforestazione sono visibili come cicatrici sul suolo dell'Africa meridionale.
Marte o Terra? La scelta cade per forza sulla seconda, anche se Gerst non specifica dove è stata scattata la foto. La somiglianza con il Pianeta Rosso, comunque, è impressionante.
L'aerea metropolitana di Tianjin, nel nord della Cina.
L'Himalaya nella sua quieta e maestosa bellezza.
Non sono nuvole ma iceberg, questi fotografati tra il Canada e la Groenlandia.
L'isola di Guanaja, in Honduras, parzialmente coperta da un manto di nubi.
FONTE
Edited by Momà - 1/11/2014, 08:11. -
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Dalla ISS con amore
Una delle più suggestive visioni terrestri dallo Spazio: la struttura di Richat, una formazione circolare rocciosa (quello che i geologi chiamano "diapiro salino", a causa del nucleo di salgemma) messa a nudo dall'erosione, nel Deserto del Sahara in Mauritania. Questa foto, come le successive, è stata twittata dall'astronauta canadese Chris Hadfield
La costa meridionale del Pakistan. «È come se la sabbia fosse stata spruzzata di zucchero a velo», commenta Hadfield.
New Orleans in tutto il suo splendore fotografata in un sabato notte. Le luci del quartiere francese si distinguono anche dallo Spazio.
Tutti i toni dell'azzurro sono visibili in questa foto delle Bahamas scattata l'1 gennaio 2013.
«Gli uomini hanno bisogno di linee dritte, la natura no» twitta Chris Hadfield commentando una foto di campi coltivati in Asia Centrale, bagnati da un fiume sinuoso.
La Baia di San Francisco evidenziata dal riverbero del Sole.
Le lingue di ghiaccio dell'Himalaya.
Le acque al largo della Baia di Callao, Perù. Nel 1835 il Beagle, la nave con la quale Charles Darwin viaggiò per 5 anni intorno alle coste del Sudamerica, si fermò nella baia per 6 settimane per fare provviste.
I pattern regolari e quasi ipnotici delle dune del deserto della Namibia.
Il Grande Lago Salato nella contea di Salt Lake City con la circostante pianura coperta di sale. Lago e pianura sono quanto rimane del lago Bonneville, un vasto bacino preistorico ormai prosciugatosi.
Il delta interno di un fiume africano.
Una coltre di nubi sopra ai campi coltivati innevati del sud-ovest americano.
Buenos Aires, Argentina: il Rio de La Plata visibilmente ricco di detriti fangosi.
Quest'isola al largo della costa indonesiana non vi ricorda un cavalluccio marino, o un dragone in corsa?
I colori accesi dell'Outback australiano: la zona più interna e desertica del continente prende il caratteristico colore dalle alte concentrazioni di ferro presenti nel terreno.
Questa foto, come le seguenti, è stata scattata dall'astronauta olandese André Kuipers (@astro_andre).
Irlanda, Irlanda del Nord, Galles, Scozia e Inghilterra illuminate di notte.
La Danimarca con Copenhagen, la Norvegia, la Svezia e il nord della Germania. Il tutto coronato da un'aurora boreale.
Sarà colpa del colore, ma sembrano quasi delle "vene" queste fenditure che si vedono nel deserto della Somalia.
Lo spettacolo delle dune del deserto arabico fotografato dall'astronauta giapponese Soichi Noguchi e twittato dal suo account @Astro_Soichi. Anche le foto successive sono state scattate dal cosmonauta nipponico.
L'aurora boreale vista dalla ISS.
La bellezza della Namibia dall'alto.
Lo Shuttle Discovery fotografato sopra ai Caraibi una volta staccatosi dalla ISS.
Uno scatto del nostro pianeta postato da Soichi Noguchi in occasione della Giornata della Terra che ricorre il 22 aprile.
In volo sopra al Monte Fuji, un vulcano di 3.776 metri che è anche la montagna più alta di tutto il Giappone.
Dall'alto somiglia a un battello a vapore l'isola Juan de Nova, nel Canala di Mozambico tra il Madagascar e il continente africano. Questo scatto e quelli successivi sono stati postati dal colonnello Douglas H. Wheelock, a capo della Expedition 25, conosciuto su Twitter come @Astro_Wheels.
Una visione notturna del corso del Nilo nel deserto egiziano e della città del Cairo all'interno del suo delta, che arriva fino al Mediterraneo.
Una lingua di ghiaccio della Patagonia vista dalla ISS: «sogno questo posto e mi chiedo come sia respirarne l'aria» ha twittato Wheelock.
«Le meravigliose spiagge del Mar Rosso! Teniamo una lista dei posti da visitare quando saremo rientrati» ha cinguettato il cosmonauta statunitense Thomas H. Marshburn @AstroMarshburn.
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Notturno spaziale
Una Terra così non l'avevamo ancora vista: le foto del nostro pianeta visto dallo spazio non sono certo una novità, ma le immagini in notturna dei cinque continenti pubblicate dal Goddard Space Flight Center della NASA sono davvero spettacolari.
Grazie a una nuova tecnologia che permette la realizzazione di immagini composite scattate con diversi strumenti sia ottici che elettronici, gli scienziati dell'Ente Spaziale Americano ci mostrano ciò che accade durante la notte nelle nostre città e, più in generale, ovunque ci sia una sorgente luminosa abbastanza intensa da essere visibile dallo spazio.
Nel mostrarci la Terra di notte gli scienziati della nasa, ovviamente partono dagli Stati Uniti.
Queste immagini sono state realizzate dal Visible Infrared Imaging Radiometer Suite (VIIRS), uno strumento installato a bordo del satellite Suomi National Polar-orbiting Partnership (NPP) lanciato dalla NASA lo scorso anno.
Si tratta di fatto di una super macchina fotografica equipaggiata con un sensore così potente da poter rilevare dallo spazio non solo l'alone luminoso delle nostre città ma anche le luci di navigazione di una singola imbarcazione in mezzo all'oceano.
A differenza di una macchina fotografica convenzionale che registra le immagini su un sensore aprendo l'otturatore per un periodo di tempo più o meno lungo, il VIIRS scansiona più volte la stessa porzione di spazio, producendo super-immagini a una risoluzione di diversi milioni di pixel.
Queste vengono poi filtrate con speciali software che misurano la quantità di luce di ogni singolo pixel e la normalizzano, riducendo la luminosità di quelli eccessivamente chiari, e amplificandola in quelli troppo scuri.
Il risultato è un'immagine notturna con livelli di dettaglio e nitidezza mai visti prima.
Nella foto: Africa e Asia
«E' come avere a disposizione tante macchine fotografiche che riprendono la stessa scena e scegliere da ciascuna la porizione di inquadratura meglio esposta» ha spiegato alla stampa Steve Miller, un ricercatore della Colorado State University che ha partecipato al progetto.
Nella foto: il Nord e Sud America
Lo stesso strumento ha permesso di realizzare, lo scorso 29 ottobre, questa spettacolare (e spaventosa) immagine dell'uragano Sandy illuminato dalla Luna mentre si abbatte sulle coste del New Jersey.
Da notare come tutta la zona investita dalla furia della tempesta sia completamente al buio a causa del gigantesco black-out provocato dal maltempo.
«La notte non è mai scura come la si immagina» afferma Miller. E in effetti le immagini di VIIRS aiuteranno gli scienziati ad approfondire gli studi sull'inquinamento luminoso e sull'utilizzo delle risorse energetiche, sia naturali sia artificiali.
In questo planisfero in notturna, realizzato grazie alla sovrapposizione di immgini di VIIRS elaborate ad tra Aprile e Ottobre del 2012, è evidente il diverso utilizzo delle risorse energetiche durante la notte tra i paesi più ricchi e quelli più poveri.
Il corso del Nilo, tra il Mar Rosso e il Mediterraneo, brilla come un grande fiore all'occhiello del continente africano, altrimenti quasi completamente buio.
Vuoi vederlo da vicino? Guarda la prossima fotografia.
La valle del fiume Nilo occupa circa il 5% della superficie dell' Egitto ma accoglie quasi il 97% della sua popolazione. E questa immagine realizzata da VIIRS lo scorso 13 ottobre lo mostra chiaramente.
La zona più luminosa è quella attorno al Cairo, mentre la protuberanza a forme di foglia subito sotto sulla sinistra è Luxor.
Ben visibili anche le luci attorno al Canale di Suez e alla città israeliana di Tel Aviv.
La luminosità di una regione indica di solito, con buona approssimazione, dove vivono i suoi abitanti, ma non in Corea.
L'immagine qui sopra, mostra la penisola coreana, il Mar Giallo, una parte della Cina e del Giappone ed è stata scattata da VIIRS lo scorso 24 settembre: la parte nord della penisola, dove vivono circa 25 milioni di persone, sembra infatti disabitata rispetto alla parte meridionale, dove sono ben visibili le città illuminate.
Il motivo? Principalmente economico: la Corea del Sud ha infatti un reddito medio per abitante che è 17 volte più elevato rispetto a quello di un cittadino del nord, e il paese è il 12° produttore al mondo di energia elettrica.
Le grandi città del Sud America, Rio de Janeiro, San Paolo, Buones Aires e Montevideo, brillano di luci e di vita in questa immagine di VIIRS scattata lo scorso luglio.
Il satellite NPP sul quale è installato VIIRS orbita attorno al nostro pianeta a una distanza media di 824 km e invia costantemente i dati che registra alla stazione di Svalbard, in Norvegia. Da qui vengono poi distribuiti ai diversi centri di ricerca sparsi per il mondo.
La parte nord occidentale dello stato del North Dakota è una delle zone meno popolate di tutti gli Stati Uniti. Eppure di notte, come ci mostra questa immagine realizzata da VIIRS lo scorso 12 Novembre, la regione è piena di vita e attività.
Ma si tratta per lo più di impianti industriali. Sotto quest'area vi è infatti uno dei giacimenti petroliferi più ricchi di tutto il paese, il cui sfruttamento è iniziato in maniera intensiva pochi anni fa.
Insieme al petrolio, gli impianti pompano in superficie grandi bolle di gas naturale, che per mancanza di idonee strutture non viene raccolto ma... bruciato.
Le macchie luminose più intense visibili nell'immagine qui sopra sono proprio i flares, pennacchi di gas incendiati che brillano sopra i pozzi petroliferi.
Secondo i dati della US Energy Information Administration circa il 30% del gas estratto in questa zona viene dato alle fiamme per mancanza di impianti idonei al trasporto e allo stoccaggio. Uno spreco enorme, quantificabile in svariati milioni di metri cubi al giorno.
Di immagini della Terra vista dallo spazio ne abbiamo viste tante, ma nessuna come questa: è un ritratto by night del nostro pianeta relizzato VIIRS, un sofisticato strumento ottico ed elettronico installato a bordo del satellite Suomi National Polar-orbiting Partnership, lanciato dalla NASA lo scorso anno.
Questa curiosa versione del mappamondo è stata ottenuta sovrapponendo diversi scatti realizzati da VIIRS tra aprile e ottobre 2012.
L'Italia by night ad alta risoluzione..